La Germania sarà costretta ad accettare, prima o poi
Il ministro greco delle finanze Yanis Varoufakis è un economista atipico; non solo per il look eccentrico a base di camice sgargianti, scarpe da tennis, potenti moto, tutte cose che hanno imbarazzato non poco i leader europei incontrati in questi giorni di colloqui ufficiali, ma anche per la sua formazione e la carriera accademica che ha preceduto la sua entrata in politica. Varoufakis è un teorico dei giochi, uno di quegli studiosi che si occupano di scelte strategiche, che studiano cioè come agire nel modo più razionale in tutte quelle situazioni nelle quali le conseguenze delle azioni di una delle parti in campo dipendono anche da ciò che faranno tutte le altre.
Uno dei campi di elezione in cui la teoria dei giochi trova applicazione è la negoziazione e la risoluzione dei conflitti (il primo libro di Varoufakis è intitolato “Conflitto razionale”). E proprio un importante e difficile negoziato, quello con la Banca Centrale Europea e con la Germania della cancelliera Merkel, è il primo grande impegno del nuovo governo greco.
Alexis Tsipras e il teorico dei giochi Varoufakis un primo risultato l’hanno già ottenuto: aprire un dialogo, tutt’altro che scontato, con i tecnici della Troika per valutare quanta distanza separi ancora la proposta greca dalle aspettative europee.
Contestualmente la Bce ha anche deciso di concedere alle banche greche 5 miliardi di euro in più, rispetto ai 60 già concordati nell’ambito del programma di aiuti. Le borse volano, ma le casse greche sono sempre più vuote.
Se questo è il contesto, cosa potremmo aspettarci da questo braccio di ferro tra il governo Tsipras e i partner europei? Un allentamento del regime di austerity cui la Grecia si è dovuta sottomettere in questi anni? Il ripudio del debito, una dichiarazione di fallimento dello stato, l’uscita dall’euro? In questo senso, proprio la teoria dei giochi può darci qualche indicazione, magari proprio quelle che guideranno la strategia di Varoufakis nel negoziato con l’Europa.
Semplificando un po’ la situazione è questa: immaginiamo di dover trovare un accordo su come dividere una torta. Ognuna delle due parti si alterna nel fare la propria offerta e nell’accettare o rifiutare quella dell’altra. Fin qui sarebbe tutto semplice, o quasi: si contratta fin quando non si trova un accordo sulla dimensione delle rispettive “fette”. La situazione in realtà è un po’ più complicata, perché il “fattore tempo” non è irrilevante.
Già tra qualche settimana la Grecia potrebbe non avere la liquidità necessaria per pagare le pensioni. In altre parole, dobbiamo immaginare che con il passare del tempo, la dimensione complessiva della torta che le due parti stanno cercando di dividersi, via via si riduca. Nella soluzione del negoziato, quindi, entrano in gioco fattori come la pazienza, le prospettive future, le aspettative dei mercati e degli investitori, insomma, il tempo a disposizione prima che la situazione diventi definitivamente ingestibile.
Un bel rompicapo. Eppure questa elaborata forma di negoziato, che potenzialmente potrebbe andare avanti all’infinito senza mai raggiungere un accordo, ha una soluzione razionale, un punto di “equilibrio” che massimizza il benessere per tutte le parti in causa. Tale soluzione è stata proposta nel 1982 da Ariel Rubinstein, un teorico dei giochi israeliano, che il ministro Varoufakis conosce bene.
La soluzione dice che se le due parti sono molto pazienti, date certe condizioni, allora saranno in grado di ottenere la soluzione migliore e cioè la divisione di una torta grande in parti uguali. Ma se una delle due parti è più paziente dell’altra, la Germania per esempio, perché non è pressata dall’assenza di liquidità come la Grecia, allora la fetta che questa riuscirà ad ottenere sarà più grande. Essenzialmente tutto dipende dal tempo a disposizione e da come questo viene percepito dalle parti in gioco. Essere pazienti conferisce un vantaggio strategico.
Sfortunatamente però, la pazienza è un lusso che oggi la Grecia non può permettersi. Varoufakis lo sa e cerca di mettere fretta all’Eurogruppo che invece tergiversa. I negoziati tecnici sono iniziati venerdì 7 febbraio, quelli politici prendono avvio lunedì 16 , ma già qualcuno da parte tedesca tira a prender tempo.
Si sta giocando un gioco complesso e difficile, cruciale per la Grecia e per tutta l’Europa. Una soluzione razionale è possibile, possiamo solo augurarci che al centro di ogni considerazione tecnica e politica, rimanga sempre l’interesse dei cittadini e il loro diritto ad una vita dignitosa e che questo interesse entri pesantemente in tutti i calcoli che guideranno le scelte politiche sia della Germania come della Grecia.